Che cos’è la legge sui sistemi alimentari sostenibili?

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Nell’ambito della strategia europea Farm to Fork, la Commissione europea dovrebbe pubblicare per settembre 2023 una proposta di legge quadro sui sistemi alimentari sostenibili. Si tratta di un’occasione unica nella vita per migliorare il nostro sistema alimentare.

Oltre che stabilire obblighi giuridicamente vincolanti per favorire la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, la legge affronterà le molteplici dimensioni e sfide del nostro sistema alimentare.

Se scritta correttamente, potrebbe integrare la sostenibilità in tutti i settori legati all’alimentazione come la salute, l’ambiente, il commercio e l’agricoltura, affrontando al contempo problemi come la disuguaglianza nell’accesso al cibo sano e a prezzi giusti, le pratiche agricole non sostenibili e la concentrazione di potere e ricchezza da parte dell’industria alimentare.

Tuttavia, dopo la pubblicazione delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, chi ha interesse a mantenere lo status quo ha iniziato ad attaccare le politiche alimentari sostenibili. Un’opera di resistenza tanto più evidente nelle diffuse campagne allarmistiche che fanno leva su affermazioni infondate secondo cui l’aumento degli standard di sostenibilità minerebbe la sicurezza alimentare dell’Europa.

Qual è il problema del nostro sistema alimentare?

Nell’ultimo anno, i cittadini europei hanno dovuto far fronte a un’impennata senza precedenti dei prezzi dei prodotti alimentari, e al contempo i costi di produzione degli alimenti sono saliti alle stelle. Attualmente sono circa 38 milioni le persone in Unione europea in condizioni di insicurezza alimentare. Una tendenza che dal 2015 è in costante aumento a causa degli accadimenti globali.

Oltre a queste debolezze economiche e sociali, un altro dato è allarmante: i nostri attuali sistemi alimentari stanno causando danni incalcolabili al pianeta su cui viviamo. La produzione agricola sempre più intensa, che include l’uso prolungato e addirittura aumentato di input sintetici dannosi, ha gravemente degradato il suolo europeo e decimato la biodiversità.

Gli attuali modelli su cui si basa la nostra produzione alimentare non sono equi. Mentre le agroindustrie e la grande distribuzione realizzano profitti record, la maggior parte delle persone è in difficoltà e molti agricoltori di piccola scala sono costretti a chiudere le proprie attività.

La realtà è chiara: i cittadini europei sono consapevoli delle crisi che stiamo affrontando e vogliono essere parte della soluzione. Come consumatori abbiamo un potere, che tuttavia è compromesso perché le nostre scelte alimentari sono pesantemente influenzate e orientate verso l’acquisto di alimenti non sostenibili.

L’Unione europea è a un bivio. Da un lato un pericolo reale, concreto, dall’altro una grande opportunità di poter cambiare. La nostra opportunità è una transizione verso sistemi alimentari sostenibili in cui tutti i cittadini abbiano accesso a cibi sani e sostenibili e in cui, dal campo alla tavola, siamo dalla parte della natura e non contro di essa. Una legge europea ambiziosa sui sistemi alimentari sostenibili può e deve guidare questa transizione.

I cittadini europei chiedono sistemi alimentari migliori

La coalizione europea Good Food Good Farming (Gfgf), di cui Slow Food è parte, ha lanciato all’inizio dell’anno una campagna per difendere e promuovere l’urgente necessità di una transizione verso sistemi alimentari sostenibili in Europa.

Lo scorso maggio, 11 diverse organizzazioni in tutta Europa tra cui Slow Food, hanno organizzato i Food for Talk: iniziative, incontri e visite per ascoltare le istanze di tutti i diversi attori della catena alimentare sui sistemi alimentari sostenibili. Dai mercati in Lettonia alle mense in Germania, dai produttori agricoli serbi ai pescatori tedeschi agli attivisti italiani, tante voci hanno scambiato i propri punti di vista sul cibo e sull’agricoltura.

Insieme, hanno elaborato le richieste da rivolgere ai nostri decisori politici europei. Il messaggio è chiaro: vogliamo un futuro in cui il cibo buono e sostenibile sia un diritto per tutti, non un privilegio per pochi.

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